Ho detto tante volte di essere una lettrice masochista: spesso leggo per farmi del male perchè so già che qualcosa non fa esattamente per me. Questo è il caso dell’ultimo libro che ho avuto tra le mani, Ti prego, lasciati odiare di Anna Premoli, vincitore dell’ultima edizione del Premio Bancarella che, per chi non lo sapesse, è un premio nato nel 1953 che si assegna ogni anno, il penultimo sabato o la penultima domenica di luglio, a chi abbia conseguito un chiaro successo di merito e di vendita. È gestito esclusivamente dai librai. Ora, avendo letto questo libro, mi sorge un dubbio: cosa ne è stato di questo premio col passare degli anni? Se consultate l’albo d’oro, noterete, tra gli altri, vincitori come:
- 1953 – Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare
- 1958 – Boris Pasternak, Il dottor Živago
- 1970 – Oriana Fallaci, Niente e così sia
- 1972 – Alberto Bevilacqua, Il viaggio misterioso
- 1989 – Umberto Eco, Il pendolo di Foucault
- 1994 – John Grisham, Il cliente
- 2001 – Andrea Camilleri, Gita a Tindari
- 2005 – Gianrico Carofiglio – Il passato è una terra straniera
- 2008 – Valerio Massimo Manfredi, L’armata perduta
E vi ho fatto solo qualche esempio, assolutamente non considero questi come i più importanti (o meritevoli) vincitori, nonostante alcuni abbiano davvero fatto storia.
Cosa è successo – dicevo – se dopo questi nomi troviamo, nel 2013, Ti prego, lasciati odiare? Onestamente non lo so, me lo chiedo dalla prima pagina del libro. Chi conosce i miei gusti saprà già che il titolo non mi ha invogliata per niente, ma siccome volevo informarmi me lo sono letto e mi sono sacrificata per voi che mi leggerete. Poi la mia parola non è assolutamente legge e ognuno ha le proprie opinioni, so di gente a cui è piaciuto moltissimo.
Detto questo, prima di darvi la mia recensione, vi consiglio di leggere quella di Pippo Russo sul suo blog Cercando Oblivia, un articolo, che definirei “analitico”, molto interessante e simpatico intitolato Ti prego, lasciati mandare al macero. Si vede che la pensiamo allo stesso modo su questo libro.
A questo punto non mi resta che lasciarvi con il mio articolo e con una chicca finale estratta da una delle pagine finali del libro vincitore del Premio Bancarella 2013.
Ti prego lasciati odiare di Anna Premoli: due persone troppo impegnate ad odiarsi per capire di essere innamorate.
Ti prego lasciati odiare è un romanzo del 2013 di Anna Premoli, vincitrice del Premio Bancarella nello stesso anno. Il libro è diventato un caso editoriale.
La vicenda è ambientata a Londra, dove i due protagonisti, Ian e Jenny, lavorano per un’importante banca, rispettivamente come economista e avvocato fiscalista. Lei è una donna di trentatré anni, molto forte, determinata e con una famiglia commoner, impegnata nelle lotte sociali, vegetariana e animalista. Lui, invece, è un conte, nipote di un duca, di una delle famiglie più importanti d’Inghilterra, e di due anni…
Quasi dimenticavo! Se lo avete letto, ditemi se per il personaggio di Ian la Premoli non s’è ispirata a Ian Somerhalder!
Come sai, la pensiamo allo stesso modo… 😉
E sì!
L’ha ribloggato su Cercando Obliviae ha commentato:
Ancora sullo scempio dell’ultimo Premio Bancarella…
Grazie 😉
Chapeau per i vincitori del ’53 e ’58.
Quelli sì che erano premi meritati!
Va bene che i libri pessimi negli ultimi anni hanno (quasi) sempre avuto successo, però mi stupisco sempre ogni volta che ne vedo qualcuno. Sarà perché gli editori sanno che in questo modo fanno “soldi facili” con pochissimo sforzo e l’autore/autrice vede premiata la sua mediocrità ma santo cielo addirittura il Premio Bancarella… No dai davvero, non si può vedere questa accanto ai Grandi della letteratura mondiale.
P.s.: non ci sarebbe da stupirsi se a breve dovessero farci pure un film come hanno fatto con i libri di Moccia.
Considera che abbiamo tutti dei gusti diversi, molta gente legge solo per svagarsi e vuole cose molto leggere.
Ma sai che forse come film non sarebbe male? Sarebbe una classica commedia all’americana, sicuramente, ma meglio del libro.
Beh certo, è ovvio che ognuno ha i suoi gusti ci mancherebbe anche, e del resto se libri del genere hanno molto successo è perché hanno molti lettori che li apprezzano, altrimenti sarebbero rimasti sugli scaffali a fare compagnia alla polvere. Però dai, non se lo meritava quel premio.
Esatto 🙂
Hai ragione: c’è chi legge per svagarsi e questo libro arriva puntuale per il suo scopo. I tempi odierni poi, aiutano molto 😉
Sì, ovvio, ma che vinca un premio così mi sembra un po’ assurdo. Vedremo chi lo vincerà l’anno prossimo!
Ti dirò, quando ho letto quel romanzo di Marcello Simoni sono andata anch’io a vedere i risultati del Premio Bancarella e non capivo davvero come mai tanti nomi alti e ultimamente…no. Vedremo, magari il prossimo anno ci sorprende ^^
Di Marcello Simoni non ne so parlare, ancora non ho letto nulla 🙂
Anch’io voglio leggere il suo romanzo più famoso prima di pronunciarmi meglio, vedremo… ^^
Esatto 😉
Ho letto la recensione di Pippo Russo, premesso che non conosco né il libro, né l’autore. Sono rimasta sconcertata da alcuni passaggi dell’autore, e finalmente ho avuto conferma, che i premi sono solo carta straccia.
Condivido il pensiero di entrambi, e mi chiedo, perché si continuino a proporre. Mi fermo qui, perché come tanti altri autori in cerca di spazio, ho il dente avvelenato con chi ha la sfrontatezza di presentarci questi lavori come pezzi di rara bellezza.
Me lo chiedo anch’io, ma purtroppo questo è ciò che vuole la gente, a quanto pare. Ad esempio adesso si vende molto di più la trilogia delle sfumature rispetto, ad esempio, ad un romanzo di Hugo come di un qualsiasi autore, anche contemporaneo, che abbia un qualsivoglia spessore. Probabilmente non ci si vuole impegnare oppure, peggio, non si hanno gli strumenti per andare al di là di qualcosa che è così banale.
Nulla di originale.
Le trilogie, ok le ho lette. Come si dice? Proviamo di tutto, sono nuova come lettrice e dovevo trovare la mia strada. Il primo libro ha ricevuto un: mah. Il secondo: cavolo. Al terzo mi sono chiesta, che tipo di persona potesse scrivere quella roba. Lo stupore è aumentato, quando ho cominciato a vedere interi scaffali pieni di imitazioni. Si hai ragione, peccato che quando chiudi uno di questi libri, ti accorgi di non aver appreso nulla. Non ti aprono la mente, non ti mostrano mondi nuovi. E sono tutti uguali, cambia solo il titolo.
Le ho lette anch’io perchè volevo capire cosa ci fosse di così entusiasmante.
Non voglio essere cattiva, ma quelle cose secondo me sono il parto di tanta trasgressione repressa. Non so chi mi ha detto che la scrittrice si è ispirata a lei e suo marito. Beh, facciamo due più due.
Ok sei riuscita a farmi ridere. Nemmeno due maratoneti riuscirebbero a tenere quei ritmi. Però a una cosa sono serviti, a farmi capire cosa non scriverò mai. Certo e il modo più veloce per far soldi, ma preferisco altro.
Ahahahaha infatti lei doveva andare in palestra per reggere quelle attività!
Reblogged this on parolechesisussurrano.
Grazie 😉
Beh, il nome è lo stesso, e diciamo pure che la Premoli ha scelto anche una fonte d’ispirazione che non è mica malaccio! 😉
Romanzi di questo genere sono spesso, ahimè, moto scontati e poco originali, ma se il linguaggio e lo stile narrativo sono scorrevoli sono effettivamente ottimi da leggere in spiaggia.
E’ la prima volta che passo dal tuo blog, ma dato che condividiamo la passione per i libri credo che rivedrai presto i miei commenti.
No, anzi! È piacevole immaginarsi il personaggio con le sue sembianze!
Che dire? Benvenuta 😉
Mala tempora currunt, cara Valentina. 😦
Il commento di Pippo Russo mi ha fatto venire in mente un altro commento (forse suo, chissà!) su un libro della Mazzantini: “Venuto al mondo ma era meglio se abortiva”. 😆
Ahahahaha non lo conosco!
Il libro è stato un successo e ne hanno anche fatto un film. Io non l’ho letto perché, dopo l’impatto devastante che ho avuto con “Nessuno si salva da solo”, ho tolto Mazzantini dalla lista degli autori preferiti.
Sì, lo sapevo, ma non ho mai letto niente di suo. Però “Nessuno si salva da solo” ce l’ho lì che aspetta di essere letto. Vedremo!
Ho letto l’articolo di Russo e devo dire che ho capito perché la Newton Compton può permettersi dei prezzi così bassi: non deve pagare né correttori di bozze né editor.
Marisa, la cosa grave è che qui l’editor c’era pure, tanto che l’autrice la ringrazia alla fine del libro.
Comunque non direi, io con la Newton&Compton mi sono sempre trovata benissimo. Sto leggendo un’edizione de “I miserabili” che è veramente impeccabile.
Non so, forse con le cose più moderne si confondono un po’.
O forse sulla narrativa contemporanea non hanno voglia di investire più di tanto. Si affidano alla sorte. 🙂
Beh, io sarò di parte, ma della narrativa contemporanea riesco a salvare molto ma molto poco. Che ci posso fare!
Ma è tipo il club del libro? La torta alla cannella quando arriva? Me ne spedisci una fettona? De La Colazione dei Campioni cosa pensi?
Prego?
Non ho mai letto Vonnegut.
Sei stata fin troppo gentile nella recensione, e hai sorvolato su una lunghissima serie di stafalcioni, imprecisioni, pecionate e dilettantismi… almeno uno tra la luna che diventa un pianeta e falsi starnuti talmente potenti che fanno scappare fagiani; eppoi, hai trovato una anche minima differenza tra le due coinquiline dela protagonista? Io zero, praticamente intercambiabili. E infine, la caratterizzazione geografica: l’unico accenno a Londra città è il bar “sulla sponda sud del Tamigi”, che è come dire che è un bar “sul lungotevere” (cioè potrebbe essere ovunque).
Però c’è da dire che è una lettura estremamente istruttiva su come NON si scrive un libro (e su come si espone al pubblico dileggio una celebrata editor, ahahaha)
Allora lo hai letto anche tu!!!
Su molte cose ho sorvolato perché le aveva già scritte Pippo Russo. Poi non volevo essere troppo cattiva, personalmente non ci riuscirei.
Le due coinquiline infatti sono uguali, anche se ti confesso che non mi ricordo quasi nulla di questo libro anche se l’ho letto pochi mesi fa. Mi ha lasciato proprio tanto, vedi?
L’articolo di Pippo è memorabile, ma non tutti l’hanno letto, per questo un paio di robe eclatanti potevi anche citarle 😉
Cmq, il libro è stato regalato a mia moglie da una convinta di fare cosa gradita, mentre lei legge tutt’altro. E sapendo che invece a me le cose leggere piacciono (non di questo livello, eh!) me lo ha dato… ogni 10 minuti andavo da lei a dirle “ehi, ma non è possibile! Qui ha scritto questa cosa!” oppure “no, leggi quest’altra, ti prego! Non ci crederai che davvero hanno pubblicato ‘sta cosa!”… che poi alla fine l’ho letto volentieri, eh, sono arrivato in fondo abbastanza rapidamente, ma se da un lato c’era la curiosità del “vediamo che si inventa per chiudere la storia”, dall’altro c’era il “vediamo che altre cagate riesce ad infilare”. 😀
Pensavo che i romanzi della Kinsella (ne ho letti un paio) fossero offensivi per il genere femminile, ma qui siamo veramente su un altro pianeta!
Mai letto la Kinsella, per fortuna!
Sai cos’è che mi manda in bestia di questi libretti per donne? C’è lo stereotipo della donna che pensa a scarpe, uomini, shopping, romanticherie, ecc.. Che ne parli in questi termini un uomo, può anche starci, ma tu, autrice donna, distanziati da tutto questo, cerca di dare un po’ di dignità al genere femminile!!! Sì, mi sento offesa, in effetti. A maggior ragione quando arriva la Premoli e se ne esce con la storia di questa tizia che sta sempre sulle sue, non crede più nell’amore e menate varie, e poi che fa? Arriva il belloccio di turno, se la tira un po’ ma poi le spuntano gli occhi a cuoricino e diventa più smielata di tutte le altre. E dai!
Se ti piace il genere ma vorresti qualcuno che lo tratta un po’ meglio, ti consiglio il mio adorato Mike Gayle… ebbene sì, è un uomo che sa scrivere di chick-lit! Alla fine è una sorta di Nick Hornby un po’ più cazzone, ma gradevolissimo. Purtroppo i suoi libri mi sa che non li stampano nè importano più, per cui non si trova molto, ma “crisi di compleanno” e “avviso di chiamata” te li raccomando 😉
Accetto volentieri il tuo consiglio! Anche se per adesso ho troppi libri messi da parte che aspettano di essere letti (e la tesi che alcuni giorni non mi permette di leggere nulla 😦 ).
TUTTI abbiamo una sfilza di libri da leggere in coda e ci piange il cuore a dire “grazie per il consiglio ma adesso proprio no”, come se invece domani e dopodomani la coda venisse smaltita 😀
Già, aumenta sempre 😦
“Oh, ma ho comprato solo 10 libri l’ultima volta, com’è che è già finito lo spazio?”
Esatto. Molti li compro io, molti me li regalano… Poi devo ancora leggere quasi tutti quelli che hanno dato anni fa con “La repubblica”, che sono messi là da parte che mi aspettano.
Divido i libri in 4 categorie:
1) quelli che voglio leggere: sono quelli che compro e che finiscono nella coda di quelli da leggere. Il poco tempo che ho da dedicare alla lettura mi permette una faticosa gestione di quest’unica tipologia di libri
2) quelli che vorrei leggere: sono quelli nella wishlist di amazon/ibs e che non sono finiti direttamente nel carrello per un motivo o per l’altro. Spesso vengono poi acquisitati e finiscono nella categoria 1.
3) quelli che dovrei leggere: tutti i libri che mi piacerebbe leggere ma so già che non avrò mai tempo di leggere. Gli instant book di attualità sono il classico esempio (compresi quelli già acquistati e che sono ormai da anni nella coda di libri da leggere).
4) I libri che gli altri vogliono che io legga: qui ci sono sia i libri che mi regalano (che finiscono nella coda di libri da leggere e chissà quando ne escono), sia quelli che mi consigliano (e sono pochissimi i consigliatori di cui mi fido ciecamente) ma che non fanno parte di quelli che *voglio* leggere; e infine, quelli scritti da amici/conoscenti, che al massimo possono ambire alla categoria 2 (ma è raro).
Ecco perchè ogni volta che mi consigliano dei libri faccio sempre delle smorfie!
Per me c’è solo la categoria 1: quelli che voglio leggere. Infatti prima o poi li leggo tutti 😛
Beata te che hai soldi infiniti e spazio infinito! :p
Ma magari li avessi! Lo spazio sta finendo, infatti ho dato via dei libri che leggevo da bambina e che non mi interessava più tenere. Poi da un po’ mi sono data al Kindle, quindi per lo spazio risparmio così.
Per i soldi, molti mi sono stati regalati, poi si fa quel che si può, non riesco a resistere. Molti libri li ho in casa da tantissimo tempo 🙂
Ciao Valentina! Sono approdata a te dopo aver incautamente arraffato il premiatiiiissimo best seller (nel suo condominio, maybe?) della Premoli in uno di quei banchetti all’esterno delle librerie del mare, ad agosto, in cerca di letture facili e leggere.
Ci ho messo mano, e sacchetto per il vomito, di recente e così googlando un po’ sono approdata alla stroncatura magistrale dell’ottimo Pippo Russo…il che mi ha reindirizzata a te ed alla tua.
Che dire: mi sei piaciuta tantissimo e da oggi hai una nuova follower. Brava brava!
Ahahahaha ti ringrazio! Quel libro è tremendo!