Quattro chiacchiere con Silvia Avallone

AvalloneMARINA300dpi - coverQualche tempo fa su Leggeremania mi è stata data l’idea di provare a fare qualche intervista a qualcuno, autori, case editrici, o altro. Io inizialmente ho pensato: “wow, bello, ma che cosa posso chiedere? Vado da qualcuno, lo contatto e cosa gli chiedo?”, ma soprattutto, “a chi chiedo?”. La risposta al chi mi è arrivata subito, è apparso immediatamente nella mia testa, come un’insegna lampeggiante al neon, il nome di Valerio Massimo Manfredi, ma non sapevo cosa chiedergli, quindi ho buttato giù qualche domandina stupida e l’ho lasciata nel file per mesi. Un po’ di tempo dopo ho conosciuto – letterariamente parlando – Silvia Avallone, di cui ho già parlato ampiamente dicendovi che il suo modo di scrivere mi ha proprio rapita. Ho letto Acciaio ed è scattata la scintilla, poi ho letto pure Marina Bellezza e ho capito come funzionava quello che avevo tentato di fare in precedenza, come funziona almeno per me: deve venirmi l’ispirazione, devo sentire il bisogno di chiedere qualcosa a qualcuno, perchè a prepararsi delle domande solo perchè vuoi farle poi finisce che le fai male e viene fuori una schifezza.
Quindi, ricordandomi di una frase tratta da uno dei miei libri preferiti, Il giovane Holden, che diceva così

Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.

finito Marina Bellezza, mi sono detta: ora la contatto perchè mi piacerebbe chiederle un po’ di cose. Mi sono scritta le eventuali domande che le avrei fatto e le ho inviato un messaggio per chiederle se avrebbe risposto a qualche domanda per il sito. [Probabilmente il fatto che vi stia raccontando com’è andata è poco professionale ma io non sono una professionista e comunque la cosa mi ha emozionata molto] Con mia grande sorpresa mi ha risposto dopo meno di un’ora lei stessa, dicendomi che le avrebbe fatto piacere e che avrebbe preferito che contattassi una signora dell’ufficio stampa che l’avrebbe aiutata a tenere in ordine tutti gli impegni e a ricordarle quello che aveva da fare. Ho scritto a questa signora e qualche giorno fa mi sono arrivate tutte le sue risposte. Nel frattempo con Leggeremania abbiamo realizzato anche un’intervista doppia che vi ho fatto leggere qualche giorno fa; le ho inviato anche quella, perchè magari le avrebbe fatto piacere leggerla (non sono una stalker!), e mi ha risposto in modo carinissimo dicendomi che se la sarebbe salvata, che era strepitosa e che le avevamo fatto un bel regalo scrivendola. Per me tutto questo è un’emozione, riuscire a parlare con un’autrice che stimo, chiederle qualcosa in più sul suo romanzo e conoscerla meglio, ma soprattutto scoprire che oltre ad essere una validissima scrittrice seppur giovanissima, è una persona molto carina, gentile e – cosa non meno importante – umile. Perchè con tutto il successo e gli impegni che ha, magari un’altra persona mi avrebbe ignorata, a me che in fondo non sono nessuno, se non una lettrice accanita, ma niente di più.

Bene, ora che vi ho comunicato la mia immensa felicità e la mia soddisfazione per quello che ho fatto, non mi resta che farvi leggere questo articolo sperando che vi piaccia. Buona lettura 😉

Leggi su Leggeremania l’intervista a Silvia Avallone

Foto Roberto Monaldo 16-05-2012 Roma Nella foto Silvia Avallone

10 pensieri su “Quattro chiacchiere con Silvia Avallone

  1. Queste sì che son soddisfazioni! 😉

    Mi piace la Avallone quando nella risposta all’ultima domanda esordisce dicendo: «Non solo non ho in mente tutta la trama, ma evito scrupolosamente di farmi schemi preliminari: non riesco mai a seguirli.»
    Be’, per me è uguale ed è sempre stato così, anche quando scrivevo semplicemente i temi di italiano. Non sai che fatica faccio quando spiego ai ragazzi le mappe concettuali, le scalette, l’organizzazione del contenuto … tutte cose che non ho mai messo in pratica personalmente. A chi ha il dono della scrittura non servono e neppure a quelli che non ce l’hanno, tant’è che quasi nessuno mette in pratica gli insegnamenti ricevuti. 😦

    • Beh, le mappe concettuali credo servano nel momento in cui devi scrivere un saggio e vuoi crearti una scaletta di argomenti in modo tale da non fare strani voli, andare aventi e tornare indietro. Per le storie invece molti, come la Avallone appunto, partono da un evento e poi si lasciano guidare fino a chissà dove. Io non ho una creatività tale da inventare una storia, quindi non so dirtelo, ma sono una persona particolarmente (ed eccessivamente) metodica e ordinata, quindi forse vorrei avere una trama già scritta. Quando ho incontrato la Agnello-Hornby ad esempio qualcuno le fece la stessa domanda e lei rispose che prima di scrivere un libro sa già tutta la storia, fa una sorta di riassunto di qualche pagina e da lì sviluppa tutto. Quindi dipende dalle persone.

      E sì, sono soddisfattissima, davvero!

  2. Innanzitutto complimentissimi per questo traguardo! Dopo aver letto l’intervista mi hai incuriosita ancora di più..devo recuperare al più presto qualcosa della Avallone! 🙂

  3. Complimenti per l’intervista, ma tu sei sempre stata brava, quindi nessuna meraviglia.

    Tra l’altro è un modo completo, questo, per recensire un libro, si ha l’idea della trama e anche di chi l’ha scritta.

    Bello, brava! 😉

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