Un’altra notte è finita,
riprendiamoci la notte per restituirla a chi verrà dopo,
a chi ne ha bisogno oggi.
Avete mai visto dal vivo uno di quei cieli stellati meravigliosi che di solito ammiriamo nelle fotografie scattate qua e là per il mondo? No? C’è un motivo, e ce lo spiega bene Irene Borgna nel suo Cieli neri, uscito lo scorso febbraio per Ponte alle Grazie. Si tratta di una sorta di diario del viaggio che l’autrice fa con il compagno Emanuele e la cagnolina Kira dalle alpi Marittime al Mare del Nord a bordo di un camper, un viaggio che servirà ai tre per poter vivere l’esperienza della notte, quella vera che ormai non esiste più quasi da nessuna parte. Se l’avete vista davvero significa che abitate in luoghi lontani dalle grandi città e poco illuminati. È infatti la luce artificiale che ci priva della bellezza del manto nero del cielo notturno punteggiato di stelle e che crea un vero e proprio inquinamento luminoso che influenza le nostre vite.
Sapevate che l’Italia in illuminazione – spesso inutile – spende più del doppio della Germania e il doppio della Francia? Sapevate che la luce a LED è così forte, dentro le nostre case, da stravolgere i nostri ritmi sonno/veglia perché il nostro corpo, abbagliato da essa, pensa che la notte (quando accendiamo queste luci perché al buio non vedremmo nulla) in realtà sia il giorno? Sapevate che c’è una convinzione diffusa che la luce equivalga alla sicurezza personale? Che se decido di andare a correre in una strada ben illuminata ci sono meno probabilità che io venga aggredita? Cose, queste, non vere, come dimostra un esperimento condotto a Chicago nel 1998, quando fu potenziata l’illuminazione pubblica per combattere la criminalità; i funzionari della giustizia penale conclusero che gli attacchi nelle zone meglio illuminate erano identici per numero a quelli nelle zone più buie.
Questo e tanto altro troverete dentro Cieli neri, questo libro che mi è sembrato molto interessante dato soprattutto l’interesse che ho sviluppato negli ultimi anni per questo genere di temi. Chissà in quanti sono rimasti oggi a poter godere della notte vera come si faceva una volta!
Io comunque vi lascio qui uno stralcio dell’introduzione di Irene Borgna e, come sempre, buona lettura.
Impianti nati per vederci meglio e farci sentire più sicuri nel buio hanno cancellato l’esperienza della notte così come l’ha vissuta buona parte della specie umana fino a un secolo fa. Se la notte è antica quanto il nostro pianeta, la notte luminosa invece è giovane: è nata poco più di cent’anni fa con l’illuminazione pubblica e da circa trent’anni sta diventando la norma per buona parte dell’umanità – di fatto siamo i primi terrestri a testarne gli effetti in un gigantesco esperimento sulla nostra pelle e su quella di tutte le altre specie viventi. Dallo stupore per la luce elettrica rischiamo di passare in meno di un secolo alla meraviglia per un cielo stellato sempre più raro.
Titolo: Cieli neri
Autore: Irene Borgna
Genere: Saggistica
Data di pubblicazione: 4 febbraio 2021
Pagine: 194
Prezzo: 15 €
Editore: Ponte alle Grazie
Irene Borgna – un dottorato di ricerca in antropologia alpina con Marco Aime, ha fatto della montagna la sua passione e il suo mestiere. Nata a Savona nel 1984, si è trasferita in Val Gesso, dove si occupa di divulgazione ambientale e fa la guida naturalistica, portando a spasso gli escursionisti fra cime e rifugi. Nel Pastore di stambecchi ha raccolto la testimonianza di Louis Oreiller, rispettandole sue straordinarie doti di narratore e il suo parlato antico (Ponte alle Grazie, 2018, menzione speciale al Premio Rigoni Stern).