Ti chiederanno del nostro amore | Paola Demartini

Nella vita abbiamo due strade possibili, Marco:
quella della rassegnazione e quella del desiderio.

Non esiste una terza via.
Vale per tutti, ma spesso ce ne accorgiamo solo
quando andiamo a sbattere contro un muro.
~

Il 25 febbraio scorso Autori Riuniti ha inaugurato due nuove collane; una di queste è “Promesse da marinaio”, una collana di romanzi d’amore che inizia con Ti chiederanno del nostro amore di Paola Demartini, torinese impegnata nel campo della ricerca oncologica. Si tratta di una bella storia che parla di occasioni perse e del tempo che scorre, di decisioni non prese e scelte non fatte. I protagonisti sono Marco e Giulia: lui ha 43 anni, una compagna, un lavoro, una vita normale; lei è sposata e ha tre figli. In passato i due hanno avuto una relazione – che all’interno del libro viene ricostruita grazie a flashback e a stralci di lettere che si sono mandati in passato – e ora, invece, si sentono e vedono ogni tanto, consapevoli che fra loro c’è qualcosa di irrisolto, non vissuto. Entrambi portano avanti le loro vite in modo apparentemente normale, ma dentro sono combattuti, anche un po’ spaventati da questa sensazione. Ma quando Marco scopre qualcosa che di sicuro cambierà tutto in modo brutale, allora arriverà il momento di rivedere le priorità e dare un senso al tempo, passato, presente e futuro.

Leggo nella sinossi che questa non è solo la storia di Marco e Giulia, ma che è anche quella dei quarantenni di oggi, una generazione insoddisfatta sotto tanti aspetti (sociali, economici, lavorativi e chi più ne ha più ne metta) e che ha voglia di riscatto. In generale credo che il discorso sia più ampio e che, in anni come questi, coinvolga anche altre fasce d’età, forse quella subito precedente e quella successiva. Questo è un mondo che ci spinge a chiederci di continuo se abbiamo fatto la scelta giusta, se addirittura ne abbiamo fatta una o ci stiamo solo adeguando a ciò che la quotidianità ci offre, e se stiamo sfruttando appieno il tempo che abbiamo. Cioè, se stiamo vivendo davvero. E quando magari ci capita qualcosa che ci spinge a mettere tutto in discussione, ecco che crollano tutte le certezze, ecco che spesso decidiamo di fare tabula rasa e ricominciare da capo o fare cambiamenti, anche drastici, per goderci il tempo che ci rimane e allontanare l’idea che quello passato lo abbiamo sprecato. E sì, questo immagino che accada intorno ai quaranta, anche se, come dicevo prima, non per tutti.

L’equilibrio va costruito con quello che si ha, non con quello che manca. Altrimenti è vertigine.

Marco e Giulia sono due persone molto diverse, forse pure perché sono un uomo e una donna. Lui per anni ha avuto la sensazione di andare in una certa direzione, ha sempre pensato che avrebbe potuto fare qualcosa di diverso ma non lo ha fatto ed è arrivato al momento presente in cui ha tante cose belle, ma che forse non sono quelle che desiderava davvero. In più c’è una malattia che lo mette alle strette e rappresenta un enorme incentivo a voler cambiare ciò che può cambiare e buttarsi nei propri desideri, fra cui la scrittura. Giulia invece ha subito per un po’, in passato, aspettando Marco, cercando di realizzare i propri sogni, per poi capire che non ci si può trascinare così all’infinito e anzi, bisognava smettere di inseguire chimere e costruirsi nuovi sogni, nuove basi su cui edificare un futuro luminoso che dipendesse solo da lei.

Ma a quale livello possiamo parlare di consapevolezza di sé? Quanto conosciamo realmente noi stessi? E soprattutto, c’è bisogno di un evento tremendo come una malattia per metterci in discussione e capire se stiamo vivendo o sopravvivendo?

Buona lettura!

Titolo: Ti chiederanno del nostro amore
Autore: Paola Demartini
Genere: Romanzo
Data di pubblicazione: 25 febbraio 2021
Pagine: 127
Prezzo: 14 €
Editore: Autori Riuniti

Persone normali | Sally Rooney

Sentirsi così completamente in balia di un’altra persona
era strano, ma anche molto normale.

 

Avevo Persone normali di Sally Rooney da parte già da un po’, ma l’ho letto la settimana scorsa perché tutti avete visto la serie e il vostro entusiasmo mi ha letteralmente travolto. È bastato che alcuni dicessero che nelle ultime puntate si piange moltissimo per convincermi, lo so, ormai sono senza speranza. Ma comunque, mi sono detta, prima di vedere la serie devo leggere il libro, e quindi mi ci sono dedicata. All’inizio è stato un po’ difficile perché ero distratta da altre cose e non ho capito niente, quindi ho dovuto ricominciare con mente più serena e mi sono trovata fra le mani un romanzo molto particolare che pagina dopo pagina mi ha conquistato.

Per chi ancora non lo avesse letto, in soldoni si tratta della storia di Connell e Marianne, due ragazzi irlandesi che vanno a scuola insieme. Lui è il figlio della signora che fa le pulizie a casa di lei, sono socialmente molto diversi, anche se a scuola Connell è uno studente modello e un ragazzo popolare, mentre lei è quella strana in compagnia della quale nessuno vuol farsi vedere. Ma i due si conoscono da quando erano piccoli e una volta liceali si rendono conto di essere attratti l’uno dall’altra, così tanto che iniziano ad andare a letto insieme, senza mai dirlo a nessuno o farsi vedere insieme. Sembra che tra loro ci sia qualcosa di speciale, una libertà nelle confidenze, un modo di parlare sereno ma anche di non parlare, di condividere silenzi, insieme riescono ad essere se stessi. Finito il liceo lei va a studiare al Trinity College e lui pure, convinto da lei. Lì la storia cambia, Marianne trova un po’ il suo posto nel mondo, non è più la ragazza strana e non troppo carina, tutt’altro, e Connell è sempre uno studente impeccabile, anche se frequenta i corsi con una borsa di studio e spesso viene lasciato un po’ fuori dalla cerchia di lei per ragioni di classi sociali. Non sono mai stati insieme, hanno storie con altri, ma finiscono sempre per essere risucchiati l’uno nell’orbita dell’altro, mentalmente ma soprattutto fisicamente, come se non potessero stare troppo lontani. 

Quello della Rooney, nella bella traduzione di Maurizia Balmelli, è un romanzo che scorre fluido anche perché i dialoghi sono inseriti senza l’aggiunta delle classiche virgolette, si sovrappongono alle riflessioni, alle descrizioni, in un’alternarsi di punti di vista che però non confonde, anzi appare sempre chiaro. Si parla, anche nel titolo, di normalità, quella normalità che Connell e Marianne cercano (lei dice che vorrebbe essere una persona normale) e che forse non si accorgono di avere già perché distratti continuamente dagli altri e dalle cose della vita. Lei passa spesso per quella strana, all’inizio sembra un po’ la classica liceale timida che viene un po’ tenuta alla larga da tutti, ma man mano che si avanza nella lettura si capisce meglio il senso dei suoi patimenti, anche della sua storia familiare; lui, che invece appare come quello normale cela dentro di sé tanti nodi che sembra sciogliere (definitivamente o no?) solo a contatto con lei. Si invertono le parti, fra gli anni del liceo e quelli dell’università, ma il loro rapporto rimane sempre quello originario.

Dalla serie “Normal People”

Il punto centrale della questione, però, è: la normalità è davvero ciò che vogliamo? E che cosa intendiamo per normalità? Quella della relazione tra Connell e Helen, una ragazza apparentemente senza spigoli, che non si crea alcun problema e piace a tutti? Forse è vero che in fondo ci sono pochi concetti universali, e la normalità non è uno di questi. Quante volte ci capita nella vita che ci venga detto che un comportamento che adottiamo, o che qualcun altro adotta, non è normale? Magari è normale per noi, magari è quello che ci fa sentire vivi. Magari normale è un legame che non ha bisogno di spiegazioni, ma che c’è sempre stato, nonostante tutto e tutti, come quello di Connell e Marianne.

Non vedo l’ora di vedere la serie, ma nel frattempo vi auguro una buona lettura!

Titolo: Persone normali
Autore: Sally Rooney
Traduttore: Maurizia Balmelli
Genere: Romanzo
Data di pubblicazione: 2019
Pagine: 248
Prezzo: 19,50 €
Editore: Einaudi


Sally Rooney è nata nel 1991 nella Contea di Mayo e si è laureata al Trinity College in Letteratura americana. I suoi racconti sono apparsi su alcune delle maggiori riviste letterarie tra cui «Granta», «The White Review» e «The Stinging Fly». Il suo romanzo d’esordio, Parlarne tra amici (Einaudi, 2018 e 2019) ha vinto il Sunday Times / PFD Young Writer Award 2017 ed è stato un successo tradotto in venti lingue. Da Persone normali, (Einaudi 2019 e 2020), la Bbc sta per portare sugli schermi di tutto il mondo la serie tv scritta e coprodotta da Sally Rooney.

Città sommersa | Marta Barone

Città sommersa è un romanzo di Marta Barone uscito l’8 gennaio per Bompiani. L’autrice ricostruisce con lucidità e cuore allo stesso tempo momenti della vita del padre Leonardo attraverso ricordi suoi, di amici e familiari e carte del processo per partecipazione a banda armata a cui fu sottoposto. Inevitabilmente deve confrontarsi con una persona che non ha conosciuto (i fatti risalgono a molto tempo prima) e che non coincide con il padre che ha avuto lei e che ormai è scomparso. Sullo sfondo vediamo una Torino degli anni ’70 con le sue lotte politiche, la violenza e i sogni infranti di una generazione.
Confesso che nonostante la mia quasi totale ignoranza sui fatti di quell’epoca – non c’ero ancora e, anche documentandomi, non li ho vissuti, non ho respirato l’aria di tensione che poteva esserci – il romanzo mi ha coinvolto tantissimo, forse più per il lato affettivo della storia, quello di una ragazza che scopre e approfondisce il passato di un padre che conosceva in modo diverso. C’è la curiosità, lo stupore, la tenacia di Marta, donna adulta e figlia, che chiede, legge documenti, carte, interroga chi all’epoca conosceva Leonardo, chi ci è entrato in contatto anche per un breve periodo. Per questo motivo, per darvi un’idea del libro, ho scelto di riportare proprio lo stralcio che potete leggere più in basso.
Ho trovato Città sommersa particolarmente spontaneo, vero, sentito, e mi fa molto piacere sapere che è stato proposto al Premio Strega 2020. Spero intanto che si qualifichi anche nella dozzina definitiva che verrà annunciata giovedì 12 marzo.

Buona lettura!

Io credo che se esiste un nostro archivio familiare sia questo: volatile, fatuo, immateriale, di cui è impossibile restituire l’essenza irripetibile, la vita, senza che le parole manchino il segno – “com’è povera la lingua della gioia”. Una volta qualcuno, qualcuno che pure gli aveva voluto bene, mi ha detto, con sincera compassione: “Non dev’essere stato facile averlo come padre.” No, non lo era stato. Non lo è stato fino all’ultimo istante. Non è stato facile, dopo, sentirmi ripetere da un ventaglio di sconosciuti che padre meraviglioso dovesse essere. Mi limitavo a una smorfia cortese. Mi sembrava di conoscerlo. Lo conoscevo fin nei suoi anfratti più foschi, brutali, dozzinali. Lo conoscevo anche nei suoi attimi di limpidezza. Pensavo di averlo capito tutt’intero. Ma adesso dovevo prendere atto che non lo conoscevo bene come credevo – che forse non lo conoscevo affatto.

Titolo: Città sommersa
Autore: Marta Barone
Genere: Romanzo, Biografico
Anno di pubblicazione: 8 gennaio 2020
Pagine: 304
Prezzo: 18 €
Editore: Bompiani