Noi adulti non ci domandiamo la normalità
e non ci sorprendiamo per la banalità.
Ma al mondo, di banale, non c’è proprio niente.
Solo che questo, prima di incontrare Lorenzo, io non lo sapevo.
Marco Marsullo è un autore che non avevo mai letto fino a quando Francesca Ottobre de Gli Amabili Libri non ha messo su una squadra di blogger in occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo, L’anno in cui imparai a leggere. Vi devo confessare che è stato una rivelazione e che per questo motivo recupererò di sicuro i precedenti e starò più attenta ai suoi prossimi lavori. La storia, pubblicata da Einaudi, si fa leggere velocemente e se per gran parte del libro ci si trova a sorridere, si trovano anche tantissimi spunti di riflessione sulle famiglie allargate e sulla genitorialità non necessariamente di sangue.
Protagonista è, infatti, Niccolò, un ragazzo napoletano di venticinque anni che ha pubblicato un libro di successo e ora sta cercando, senza grandi risultati, di scrivere il secondo. Da un po’ di tempo ha conosciuto Simona, una ragazza della sua stessa età di cui si è subito innamorato; lei ha un bambino di quattro anni, Lorenzo, nato da una relazione avuta con un argentino conosciuto in Erasmus. Al bambino è sempre stato detto che il papà, che non ha conosciuto, è andato a lavorare lontano, in Giappone. Simona per Lorenzo ha sacrificato tutto, soprattutto la sua passione più grande, la recitazione, così Niccolò la esorta a riprendere in mano la sua vita e lei si lancia a capofitto in delle rappresentazioni teatrali per le quali, però, dovrà star via un mesetto. A chi chiede di badare al bambino? A Niccolò, ovviamente, che non ha un rapporto molto stretto con lui, anzi. Ma iniziano a lavorarci.
Badare a un bambino di quattro anni, quando tu ne hai solo venticinque e non hai alcuna esperienza in proposito, è molto difficile. Mettici anche che dopo che la madre è partita da pochissimi giorni si presenta in casa un argentino coi capelli ricci e svariati tatuaggi che dice di essere Andrés, il padre del pargolo, che non ha dove alloggiare né i soldi per pagarsi una stanza, e deve rimanere lì con te fino a quando non torna la madre.
I tre vivranno insieme per quasi un anno e loro vite cambieranno per sempre.
Perché i figli non sono solo di chi ci mischia dentro il corredo genetico. I figli sono di chi se ne prende cura, di chi scova un ultimo granello di energia per loro, la sera, dopo una giornata infernale. I figli sono di chi, senza pensarci troppo su e senza una garanzia, si innamora di loro, anche se hanno gli zigomi di un’altra persona.
Entrare nel cuore di un bambino, farsi riconoscere come parte della famiglia deve essere senza dubbio complicato, e Niccolò queste difficoltà le sperimenta tutte: per mostrare la propria autorità basta alzare la voce? cosa bisogna fare per mandarlo a dormire? come si dimostra alla maestra dell’asilo che sei quello a cui la madre lo ha affidato? Questo fino a quando, in un momento di confusione, qualcuno non gli suggerisce che l’unico modo per avvicinarsi a Lorenzo è imparare a parlare la sua lingua. E Niccolò è costretto a imparare un linguaggio fatto di chiarezza, di sincerità, di limpidezza senza illusioni, facendo anche tanti errori. Ma lo farà anche Andrés, tanto che si ritroveranno ad essere tre bambini (due cresciuti e uno non ancora) in un gioco quotidiano. Ma giocando inevitabilmente si cresce perché molto spesso capita che si impari molto più di quanto si creda.
Marco Marsullo racconta la storia di questi tre ragazzi diversissimi fra loro con uno stile fresco, allegro e con una grande tenerezza che emerge da ogni pagina, e lo fa attraverso la voce narrante di Niccolò che scandisce il ritmo con l’alternarsi delle quattro stagioni. Le situazioni in cui si trovano i personaggi sono davvero divertentissime, dal pranzo di Natale (divertentissima la vicina di casa un po’ fuori di testa, Agata, che cerca di brindare con Mengacci attraverso la TV) al tentativo di convincere Lorenzo a tifare Milan o Boca Juniors, dalla prima neve che vedono tutti insieme alla preparazione della recita scolastica. Ci sono due ragazzi che in maniera diversa – uno responsabile e ordinato, l’altro spensierato, disorganizzato ma con un grande cuore – imparano a fare il padre e fanno squadra con un bambino piccolo che, dal canto suo, imparerà ad amarli entrambi. E tutto questo per arrivare a un finale bellissimo di cui ovviamente non dico nulla, ma che mi ha fatta arriva all’ultima pagina coi lucciconi.
Buona lettura!
Titolo: L’anno in cui imparai a leggere
Autore: Marco Marsullo
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 22 ottobre 2019
Pagine: 288
Prezzo: 18 €
Editore: Einaudi
Marco Marsullo è nato a Napoli nel 1985. Ha esordito per Einaudi Stile Libero nel 2013 con Atletico Minaccia Football Club. Nel 2014, sempre per Einaudi Stile Libero, è uscito L’audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache, nel 2015, I miei genitori non hanno figli, nel 2018, Due come loro e, nel 2019, L’anno in cui imparai a leggere. Insegna scrittura creativa in una scuola elementare della sua città. Il suo sito è www.marcomarsullo.com