Giorni felici (Le sorelle del Ku’damm vol. 2) | Brigitte Riebe

Era forse troppo pretendere che per una volta
le cose andassero bene e basta,

per tutta la famiglia e senza eccezioni?
“Giorni felici,”, pensò,
“è di questo che abbiamo bisogno adesso.

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Giovedì 9 settembre è tornata in libreria Brigitte Riebe con Giorni felici, il secondo volume della sua bella saga sulle sorelle del Ku’damm, le ragazze Thalheim che alla fine del secondo conflitto mondiale avevano scavato fra le macerie e ritrovato la forza per rimettere in piedi l’attività che avevano prima della guerra, un grandissimo negozio di moda a Berlino, nel Ku’damm. Questo anche grazie alla saggezza di Rike, la figlia maggiore, e del padre Friedrich, che avevano nascosto una grande quantità di stoffe da cui è stato possibile ripartire, e grazie a un’eredità che la ragazza ha ricevuto dal nonno materno.
Li avevamo lasciati in piena ripartenza, quando le cose andavano bene, e li ritroviamo adesso, qualche tempo più tardi, a gestire un’azienda che se non è tornata ai fasti di un tempo ci si avvicina comunque moltissimo. Siamo anche negli anni del boom economico, la gente inizia ad avere un po’ di soldi e li spende anche per un bel vestito, e poi ci sono anche i grandi personaggi dello spettacolo che devono mantenere un’immagine e si rivolgono proprio ai Thalheim. A capo dei grandi magazzini ci sono, appunto, Rike e Friedrich, ma il capofamiglia inserisce nell’amministrazione anche il figlio maschio, Oskar, tornato dalla guerra dopo essere passato da un campo di prigionia. Il ragazzo, gemello di Silvie, a causa di ciò che ha vissuto deve lottare contro i propri tormenti, e non sarà facile conciliare questi problemi con il lavoro nell’attività di famiglia.

«Proprio per questo ho voluto che fossi tu ad accompagnarmi oggi», disse. «Perché sei il cuore della famiglia, Silvie. Tu ti lasci guidare dalle emozioni, laddove altri pensano o giudicano, è una cosa che amo di te».

Ma la vera protagonista di questo romanzo, stavolta, è Silvie, da cui apprendiamo le vicende perché il punto di vista qui è il suo. Silvie è una che, lasciatosi alle spalle la guerra, vuole provare a godersi la vita, è una ragazza dal grande cuore, una che riesce a entrare in contatto con il cuore della gente, a capire le persone, le loro necessità. Ma non sceglie di lavorare nei grandi magazzini, bensì si dedica alla radio, con un programma tutto suo che avrà molto successo. A un certo punto, però, quando il negozio viene minacciato da qualcuno che vuole distruggerli, Silvie capisce che deve fare qualcosa, dare una mano alla sua famiglia ed entrare a far parte attivamente della gestione dell’azienda.
Silvie diventa il vero e proprio fulcro della famiglia: non è più quella che pensava a mettersi un bel vestito e cantare alle feste degli ufficiali inglesi, adesso è quella che cerca di risolvere i problemi creati dagli altri, spesso senza nemmeno dare nell’occhio. Ormai è una donna, è cresciuta e, anche se a differenza di Rike non fa sempre “ciò che è giusto fare”, cerca il proprio posto nel mondo.

Anche nel secondo volume di questa saga ritroviamo la stessa luce e la stessa speranza che avevano caratterizzato il primo. Il principio che accomuna quasi tutti i personaggi sembra essere quello per cui, qualsiasi cosa accada, le cose prima o poi si sistemeranno o comunque tornerà il sereno. Questa parte della storia dei Thalheim si svolge in un arco temporale che va dal 1952 al 1957, la guerra è finita, la ricostruzione è ben avviata, ma ci sono altri problemi come, ad esempio, una Germania divisa in due (come avevamo letto anche nella bella saga di Carmen Korn) in cui metà della popolazione può concedersi vari agi e l’altra metà vive ancora con le tessere e i razionamenti. I Thalheim si trovano dalla parte “più fortunata”, quella in cui tanti altri cercano di fuggire per avere una vita migliore, a costo anche di essere perseguitati e di lasciare indietro la propria famiglia.
Ancora una volta, in questa trilogia come in quella della Korn (le accomuno perché sono entrambe tedesche e trattano più o meno dello stesso periodo), è interessante vedere come i tedeschi hanno affrontato la seconda guerra mondiale e le sue conseguenze. Cioè, è interessante vedere che – ovviamente – non sono stati tutti carnefici ma hanno patito grandi sofferenze anche loro. E qui, al centro della storia, c’è appunto una famiglia che una volta era agiatissima, poi ha perso tutto e ha contato solo sulle proprie forze per risollevarsi e ricostruire la propria vita.

Il romanzo si conclude con un evento molto importante e forte che fa crescere l’attesa per il terzo volume. Da quale punto di vista leggeremo la storia dei Thalheim? Cosa succederà? Come affronteranno ciò che è accaduto? Lo scopriremo sicuramente più avanti, ma – ora che li abbiamo conosciuti bene – sono sicura che riusciranno a cavarsela a testa alta e non crollare perché, anche se hanno tutti personalità diverse che spesso cozzano l’una con l’altra, sono una famiglia molto unita che avrà moltissimo da raccontarci.

Buona lettura!

Titolo: Giorni felici
Autore: Brigitte Riebe
Traduttore: Teresa Ciuffoletti e Nicola Vincenzoni
Genere: Romanzo
Data di pubblicazione: 9 settembre 2021
Pagine: 402
Prezzo: 18,50 €
Editore: Fazi


Brigitte Riebe – Ha conseguito un dottorato in Storia e successivamente ha lavorato come editor per una casa editrice. Ha pubblicato numerosi romanzi di grande successo, in cui ripercorre le vicende dei secoli passati. I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue. Vive con il marito a Monaco.

Quando il mondo era giovane | Carmen Korn

Cosa ci porteranno gli anni Cinquanta?
Heinrich era in preda a sentimenti contrastanti:
da una parte la speranza,
dall’altra la paura delle novità che il primo decennio di pace avrebbe portato.

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I primi di giugno è tornata in libreria Carmen Korn, autrice tedesca che avevamo amato moltissimo con la sua Trilogia del Secolo, che raccontava le vicende di quattro ragazze molto diverse alle prese con la ricostruzione dopo la prima guerra mondiale che poi seguiamo fino al capodanno del 2000. E vi farà piacere sapere che in Quando il mondo era giovane, primo capitolo di una saga in due volumi pubblicata da Fazi, incontriamo, anche se alla lontana, alcuni personaggi della trilogia. Sì, perché questo romanzo è ambientato contemporaneamente a Colonia, Sanremo e Amburgo, quindi capita che alla stazione si incroci un Alessandro Garuti che sta andando a trovare i suoi familiari tedeschi, o che ci sia qualcuna che debba partorire e decida di affidarsi a Theo Unger e a Henny.
Qui la storia comincia nel 1950, si festeggia l’arrivo del nuovo decennio dopo la conclusione della seconda guerra mondiale che ha lasciato la Germania – e il mondo – in uno stato di prostrazione. Heinrich Aldenhoven vive a Colonia con la moglie Gerda e i figli Ulrich e Ursula, gestisce una galleria d’arte che però non va molto bene perché nessuno ha abbastanza soldi per acquistare quadri o addirittura non ha più una casa in cui appenderli, come le cugine Billa e Lucy. La sorella di Heinrich, Margarethe, invece, si è trasferita a Sanremo e si è sposata con un italiano, Bruno Canna, da cui ha avuto Gianni; loro hanno un’azienda che produce fiori e si godono la bellezza della riviera ligure, anche se devono fare i conti con Agnese, la madre di Bruno (e di Bixio), che tiranneggia su tutta la famiglia. La migliore amica di Gerda, Elisabeth, invece vive col marito Kurt Borgfeldt e la figlia Nina ad Amburgo; Nina ha un bambino di cinque anni, Jan, avuto da Joachim, che non ha mai conosciuto il padre, che è stato fatto prigioniero in guerra ed è disperso da molto tempo in Russia, tanto che quasi tutti in famiglia lo credono ormai morto.

Carmen Korn sposta continuamente il punto di vista da un personaggio all’altro, da una citta all’altra, per permetterci di conoscere a fondo tutti coloro che si muovono all’interno della sua storia. Raccontando tutti gli aspetti delle loro giornate, i loro pensieri, le loro consuetudini, il romanzo rischia a volte di essere un po’ lento, ma la vicenda scorre in modo parecchio fluido e conferma l’abilità di quest’autrice nel creare saghe familiari e fare appassionare i lettori. E non mancheranno i colpi di scena.
Ovviamente, le parentele e le amicizie fra molti di questi personaggi, faranno sì che le loro vite s’intreccino e addirittura si influenzino fra loro. Per tenere traccia di questi legami, all’inizio del libro, infatti, troviamo un albero genealogico che ci può aiutare a non perdere il filo della storia, soprattutto nelle prime pagine.

Quando il mondo era giovane è una storia sulla speranza. Si apre in un momento di grande fragilità per tutti, un momento in cui qualcuno può andare avanti, qualcun altro no, e bisogna ricostruire la propria vita. L’autrice non perde tempo a raccontare ciò che è successo prima del 1950, sono eventi che in fondo conosciamo tutti e di cui ha già parlato ampiamente negli altri suoi romanzi della trilogia; decide anzi di concentrarsi sulla rinascita (arrivando, qui, al ’60) senza lasciare che qualcuno si pianga addosso.
L’interrogativo non è semplicemente se continuare a vivere come si viveva prima, molti si chiedono addirittura se potranno finalmente chiudere col passato e prendere altre strade: Joachim è morto e Nina può rifarsi una vita? Heinrich riuscirà a risolvere il mistero del quadro? Margarethe riuscirà a gestire il rapporto travagliato con Agnese? Elisabeth fa bene a mettere di continuo un freno alla voglia di tutti gli altri di riprendere a vivere? Ma soprattutto: ognuno di loro riuscirà a far rimarginare le proprie ferite e trovare la serenità?
Questo è tutto ciò che troviamo nel nuovo romanzo di Carmen Korn. Non vedo l’ora di leggere il prossimo volume!

Buona lettura!

Titolo: Quando il mondo era giovane
Autore: Carmen Korn
Traduttore: Manuela Francescon
Genere: Romanzo
Data di pubblicazione: 3 giugno 2021
Pagine: 590
Prezzo: 20 €
Editore: Fazi

Una vita da ricostruire (Le sorelle del Ku’damm vol. 1) | Brigitte Riebe

«In fin dei conti sono cose,» pensò,
«che si possono riparare o sostituire.
Ora quel che conta siamo noi, le persone.»

 

Oggi vi voglio parlare di una delle uscite di Fazi della settimana scorsa. Si tratta del primo volume di una nuova saga tedesca che, se avete amato le ragazze di Carmen Korn, sono sicura vi piacerà molto come è successo a me. Una vita da ricostruire è l’inizio della trilogia de Le sorelle del Ku’damm di Brigitte Riebe, e come in parte suggerisce il titolo parla di rinascita e ricostruzione, nello specifico di quella che interessò la Germania, piegata e bombardata, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Le protagoniste sono le ragazze Thalheim, famiglia che possedeva nel Ku’damm (una zona di Berlino) un grandissimo negozio di moda insieme a un socio ebreo che, però, prima che le cose si complicassero riuscì a fuggire negli Stati Uniti. I grandi magazzini sono stati quasi distrutti dai bombardamenti e la loro grande villa è stata requisita dai russi e poi dagli inglesi, però le Thalheim sono sopravvissute. Rike, la figlia maggiore di Friedrich, Silvie, la minore (il gemello Oskar è disperso), Claire, la seconda moglie dell’uomo con la figlia Florentine, decideranno di ricostruire piano piano la loro attività e cercare di tornare alla vita di prima.

Rike e Friedrich, con grande intelligenza, avevano nascosto una buona quantità di stoffe e sarà da lì che le nostre protagoniste vogliono ripartire, insieme all’aiuto di alcuni colleghi e amici, sopravvissuti anche loro, come Brahm, che si occupa dei tessuti, e Miriam, sarta e modista ebrea che incredibilmente è riuscita a nascondersi molto bene per tutto il tempo a Berlino. Ovviamente non sarà facile, le ragazze dovranno darsi da fare per trovare denaro e lo faranno raccogliendo le macerie per strada e per un po’ sopravviveranno con le tessere annonarie, ma sono determinate a farcela. Grazie alla determinazione di Rike, ma anche al fascino naturale di Silvie e all’intraprendenza di Flori e Miriam, i grandi magazzini Thalheim proveranno piano piano a tornare quelli di una volta e già dopo la prima sfilata – fatta appunto fra le macerie – le loro creazioni saranno sulla bocca di tutti. Anche se la vita riserverà loro grandi sorprese: gelosie, segreti mai confessati e importanti ritorni dal passato getteranno qualche ombra sulla loro quasi ritrovata felicità.

L’inizio di questa saga mi è piaciuto molto, soprattutto perché dalle vicende raccontate da Riebe emergono tanta luce e speranza. Nonostante la guerra abbia lasciato parecchi danni e abbia fatto molte vittime – non solo fra la popolazione ebraica, ma anche fra i tedeschi stessi – le protagoniste non vedono l’ora di ripartire, come a voler allontanare dagli occhi e dal cuore ciò che hanno vissuto. Soprattutto Rike, che sembra essere la vera figura centrale di questo romanzo, così coraggiosa, determinata e pronta a mettersi in gioco accettando un eventuale fallimento. È proprio la sua forza d’animo che trascina la famiglia in questa lotta per la ricostruzione delle proprie vite in una Berlino spenta e malridotta, descritta magistralmente dall’autrice.

Riebe è molto brava anche per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, per il modo in cui delinea perfettamente le loro personalità e ce li fa diventare familiari. Riusciamo a capire cosa provano, quali sono i loro turbamenti e cosa stanno affrontando con grande facilità. Questo anche grazie ai flashback disseminati qua e là per metterci al corrente del loro vissuto e quindi di cosa può aver portato alle vicende attuali.
Di certo, soprattutto in tempi come questi, è piacevole leggere una storia che parla di nuovi inizi, di coraggio e ricostruzione, del desiderio potente di voler tornare a vita che sia il più normale possibile. La famiglia Thalheim sembra di riuscirci, addirittura dopo una guerra, dei bombardamenti e la perdita di amici e conoscenti. Però stiamo a vedere cosa succederà in futuro, nel secondo volume che già aspetto con trepidazione.

Buona lettura!

Titolo: Una vita da ricostruire
Autore: Brigitte Riebe
Traduttore: Teresa Ciuffoletti e Nicola Vincenzoni
Genere: Romanzo
Data di pubblicazione: 18 marzo 2021
Pagine: 366
Prezzo: 17,50 €
Editore: Fazi


Brigitte Riebe – Ha conseguito un dottorato in Storia e successivamente ha lavorato come editor per una casa editrice. Ha pubblicato numerosi romanzi di grande successo, in cui ripercorre le vicende dei secoli passati. I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue. Vive con il marito a Monaco.

Aria di novità (Figlie di una nuova era vol. 3) | Carmen Korn

La vita procede per vie contorte e vicoli ciechi,
e spesso i tesori più preziosi
li troviamo lungo una strada diversa
da quella che avevamo deciso di imboccare.

 

Esce ufficialmente oggi Aria di novità, il terzo e ultimo volume della saga di Carmen Korn iniziata con Figlie di una nuova era (il secondo volume è stato È tempo di ricominciare). Ho amato moltissimo la trilogia tedesca pubblicata da Fazi nella traduzione di Manuela Francescon, l’ho trovata davvero appassionante e sono sicura che i suoi personaggi mi mancheranno. Avevamo conosciuto le quattro protagoniste, Henny, Käthe, Ida e Lina, alla fine della Prima Guerra mondiale, quando erano impegnate a ricostruire la loro Amburgo cercando di tornare alla normalità; le abbiamo viste affrontare anche il secondo grande conflitto, i campi di concentramento, la perdita dei propri cari, i bombardamenti; le abbiamo seguite nel tempo delle innovazioni, quando è arrivata la TV, quando l’uomo è sbarcato sulla Luna o è stata inventata la pillola anticoncezionale. Abbiamo visto queste quattro ragazze nate intorno al 1900 (anno più, anno meno) perdersi, ritrovarsi, ricostruire la vita dalle macerie, ma quello che è rimasto sempre saldo è stato il forte legame che c’era fra loro.

La famiglia è la cosa migliore che possa capitarti nella vita.

Non solo loro, però, ma anche tra le loro famiglie. Perché in Aria di novità la storia inizia nel 1970 per concludersi nella notte di Capodanno che porta tutti nel 2000. Hanno ormai una settantina d’anni, si apprestano a invecchiare immerse nel calore che danno loro i propri cari. C’è chi ha figli e nipoti o addirittura bisnipoti, chi è sempre in viaggio per lavoro e s’innamora di un attore “bloccato” in una Berlino ancora divisa che vedrà la libertà solo nell’89, chi non si arrende al tempo che passa e purtroppo soccombe, e chi addirittura si fa arrestare per aver creduto nei propri ideali. Se Henny, Käthe, Ida e Lina sono ormai anziane, il loro vecchio legame sembra ricrearsi tra Florentine (la figlia di Ida), Katja (figlia di Marike e nipote di Henny) e Ruth (la figlia adottiva di Käthe). Sono le ragazze delle nuove generazioni, ma c’è qualcosa di invisibile e impalpabile che le avvolge, il legame delle loro nonne e madri che dura nel tempo.

«Restiamo sempre unite, qualunque cosa succeda», dissero in coro Florentine e Katja. La loro amicizia viveva.

Da sfondo alle loro vicende fanno i grandi eventi degli ultimi trent’anni del Novecento: la Guerra del Vietnam, la Germania divisa, il terrorismo di estrema sinistra, la scoperta dell’Aids, il crollo del muro di Berlino e tanto altro. Arriva il telefono senza fili, diventa possibile analizzare il DNA (Florentine non sapeva se il figlio fosse di Alex o Robert), ci sono sviluppi in campo tecnologico anche nella medicina e nelle radio, e nuovi generi musicali sostituiscono i vecchi: se Else, la madre di Henny, ascoltava le vecchie canzoncine tedesche, adesso le ragazzine si chiudono in cameretta con i Backstreet Boys ad alto volume.
Moltissime cose cambieranno e molte saranno le perdite per i nostri personaggi. Sono quasi tutti ormai anziani e il tempo non è mai clemente. Viene da pensare, però, che tutti loro lasceranno qualcosa nelle generazioni successive, un sentimento che non andrà perso mai, ognuno di loro rivive in diversi modi in chi verrà dopo: Konstantin che decide di diventare medico come sua madre Marike e come il nonno Theo, Florentine che, chiusa la carriera di modella, apre una pensioncina per artisti come tantissimi anni prima aveva fatto la vecchia Guste.

Amburgo

Anche in questo ultimo volume della saga della Korn assistiamo alle vicende dei personaggi di volta in volta da un punto di vista diverso, e questo ci dà l’idea di seguirli tutti contemporaneamente. Adesso, di certo, mancheranno molto a tutti i lettori. Questa saga, che ci ha raccontato non solo la storia di quattro famiglie ma anche quella della Germania lungo tutto il Novecento, è stata davvero coinvolgente e ve la consiglio molto se cercate qualcosa che vi tenga incollati alle pagine e vi faccia dimenticare del tempo che passa.

Buona lettura!

Titolo: Aria di novità
Autore: Carmen Korn
Traduttore: Manuela Francescon
Genere: Romanzo
Data di pubblicazione: 2 marzo 2020
Pagine: 528
Prezzo: 20 €
Editore: Fazi